Da sempre, uno dei temi progettuali che mi affascina di più è la storia d’amore tra le piante e l’architettura, e questo è il soggetto principale del progetto per la Manifattura Tabacchi di Firenze.
Basti pensare che questo luogo si era trasformato in una giungla urbana di grande ispirazione, già solo nel periodo di attesa dal 2001, tra la fine della produzione di uno stabilimento blindato e il suo nuovo futuro totalmente aperto alla città. Il dato affascinante è che le prime protagoniste di questa rigenerazione sono state le piante che spontaneamente avevano iniziato a dialogare con le architetture. Il progetto paesaggistico che ho ideato con il mio Studio ha sviluppato il Masterplan iniziale dello studio olandese Concrete e ha integrato e completato quello definitivo ideato da Sanaa e Studio Mumbai.
Dopo aver abbattuto le barriere che separavano lo stabilimento per aprirlo sulla città, la scelta botanica si è ispirata al paesaggio naturale di Firenze: una città unica, in cui la storia dell’arte, i monumenti, l’artigianato e il territorio sanno dialogare con disinvoltura sia con la campagna che con il mondo selvatico. Nello studio di architettura Q-Bic abbiamo trovato un alleato innovativo e attento al lasciar spazio alla forza provocatrice e rigeneratrice delle piante.
La scenografia austera delle architetture e la posizione strategica, a due passi da Santa Maria Novella, nei pressi del grande parco delle Cascine, tra i corsi d’acqua del Macinante e del Mugnone, hanno permesso di ricavare molti dei temi sviluppati nel progetto definitivo, tra i quali il Giardino pensile segreto dell’edificio 11, il cortile boscato della Ciminiera, i viali alberati, la Foresta centrale, il cortile formale dell’Orologio e soprattutto tutti i luoghi aperti dove, tramite l’incentivazione delle superfici drenanti, sono stati aggiunti alberi e sono state assecondate le piante pioniere: una strategia virtuosa per un progetto innovativo che incoraggia la formazione della botanica pioniera rigeneratrice e invita i fruitori della Manifattura a considerare la natura cosmopolita del paesaggio fiorentino con occhi diversi. Il progetto architettonico è di Q-BIC.